Raffaella Carrà: "Maradona in carcere per colpa mia"

La scomparsa di Diego Armando Maradona è stata l'occasione per Raffaella Carrà di raccontare il rapporto che aveva con il calciatore argentino, ricca di aneddoti e ricordi del passato tra Argentina e Italia.

"L'ho conosciuto in Italia quando lo invitavo ai miei programmi, ma la prima volta è stato lui a venire da me ed è pure finito in prigione", ha dichiarato la cantante italiana, entrando più nello specifico: "Io cantavo in una grande arena a Buenos Aires". Era il 1979. Lui avrà avuto 18 anni. L'arena in cui cantavo era piena ma lui tentò comunque di entrare per ascoltarmi e disse ai poliziotti: 'Non sapete chi sono io!' Ho letto la notizia il giorno dopo su un giornale locale. Io, lucidamente, gli dissi che non era il caso. Per colpa mia Diego aveva passato una notte in guardina. - continua Carrà - Dopo quell'episodio l'ho praticamente inseguito, in Spagna nel '92 non volle mandarmi una maglietta per un'asta, ma poi me lo ritrovai in albergo e me la portò di persona.

Da quel giorno così turbolento, è nato così un legame che sarebbe durato anni e che proseguiva tutt'ora. Due passioni che li hanno uniti più volte, non senza qualche grattacapo. ', in cui Maradona incontrò i suoi compagni del Napoli con cui aveva vinto lo scudetto. Inoltre la Carrà ha svelato un altro aneddoto sul compleanno di Maradona, che soltanto un mese fa aveva compiuto 60 anni: "Da molto non ci sentivamo". Lui ha amato Napoli, ma si è fatto anche amare. È straordinario vedere l'amore della città verso di lui.

E ancora: "Sono commossa dalla reazione di Napoli". Per i napoletano Diego non è morto, resta nel loro Dna, sarà per sempre vivo, per i figli dei figli. Mi raccontava che quando abitava in città con Claudia e le bambine, anche se viveva a un piano alto, c'era sempre qualcuno che cercava di arrampicarsi per salutarlo. Era sorpreso di questo amore pazzesco. Ammiro Napoli per l'amore che sa dare: "un amore che non svanirà mai".